Ha condurre il corso Pablo Auladell.
Sei giorni di inteso e duro lavoro . Tra momenti di crisi, scoperte, incontri piacevoli.
E' stata un'ottima occasione per riflettere sul lavoro dell'illustratore, mettermi in discussione e imparare qualcosa di nuovo.
Di seguito alcune immagini del lavoro svolto.
pastello a olio e matita |
pastello a olio e matita |
pastello a olio e carboncino |
pastello a olio e matita |
pastello a olio e matita |
pastello a olio e matita |
Gente balzana
"Una pulce, una
cavalletta e un saltamartino vollero un giorno vedere chi fra loro
sapeva saltare più in alto; così invitarono tutto il mondo, e chi altro
lo voleva, ad assistere a quella gara; era davvero gente balzana quella
che si riunì nella stanza. "Io darò in moglie la mia figliola a chi che
salterà più in alto" dichiarò il re, "perché è un peccato che questa
gente salti per niente!." La pulce si presentò per prima: aveva proprio
buone maniere e salutava da tutte le parti, perché aveva sangue di
signorina ed era abituata a frequentare gli uomini, il che è di grande
aiuto. Poi giunse la cavalletta, che era in realtà più pesante ma era
veramente bene educata e portava un'uniforme verde che le stava molto
bene; inoltre si raccontava che provenisse da un'antichissima famiglia
dell'Egitto e che in quel paese fosse ben considerata; era stata presa
direttamente dal prato e posta in una casa a tre piani costruita con le
carte da gioco, tutte con figure vestite con la parte colorata rivolta
verso l'interno; c'erano sia porte che finestre ritagliate nel petto
della dama di cuori. "Io canto così bene" disse la cavalletta, "che
sedici grilli indigeni, che strillavano da quando erano nati ma non
avevano mai avuto una casa di carte da gioco, quando mi sentirono si
arrabbiarono talmente che diventarono ancora più magri di quanto già non
fossero..." Sia la pulce che la cavalletta continuavano a raccontare
chi erano e tutte e due credevano di meritare in sposa una principessa.
Il saltamartino non disse niente, ma si seppe che lui pensava molto, e
quando il cane di corte lo ebbe annusato un po', dichiarò che anche lui
proveniva da una famiglia per bene; poi il vecchio consigliere, che
aveva avuto tre decorazioni perché stava sempre zitto, assicurò che il
saltamartino aveva doti profetiche; si poteva infatti capire dal suo
dorso se l'inverno sarebbe stato mite o rigido, e questo di sicuro non
lo si può capire dalla schiena di chi scrive l'almanacco. "Va bene, io
non voglio dire niente! " esclamò il re. "Quello che penso me lo tengo
per me". Ora toccava fare il salto. La pulce saltò così in alto che
nessuno la poté vedere, ragion per cui tutti sostennero che non aveva
saltato per niente, e questo era ignobile! La cavalletta saltò solo la
metà di quanto avesse saltato la pulce, ma finì proprio in faccia al re e
così quello disse che era una villana. Il saltamartino se ne stette a
lungo fermo a riflettere, e si pensò che non sapesse neppure saltare.
"Purché non stia male!" disse il cane di corte e lo annusò di nuovo;
rutch! egli fece un piccolo salto di traverso e finì in grembo alla
principessa, che si trovava su un basso sgabello d'oro. Al che il re
dichiarò: "Il salto più alto è arrivare a mia figlia, questa è l'astuzia
del gioco, ma era necessario dell'ingegno per capirlo, e il
saltamartino ha dimostrato di averlo". E così egli ebbe la principessa.
"Io però ho fatto il salto più alto!" esclamò la pulce, "ma non fa
niente! Lasciate che la principessa abbia quella carcassa d'oca con la
pece e lo stecchino! Io ho saltato più in alto, ma in questo mondo
bisogna avere un certo volume per essere visti". E la pulce se ne andò
nella legione straniera, dove si dice sia stata uccisa. La cavalletta si
ritirò nel fosso a pensare a come va il mondo e commentò: "Volume ci
vuole! Volume ci vuole!" e si mise a cantare la sua triste canzone, ed è
da lì che abbiamo tratto la storia, che però potrebbe benissimo non
essere vera, anche se è stata stampata."- Hans Christian Andersen -
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