martedì 31 dicembre 2013

Buon anno



Mi piace chiudere il 2013 con questa immagine.
I personaggi dei racconti continuano a vivere 
anche dopo l'ultima pagina del libro.
Sempre alla ricerca di un lieto fine.

Buon anno da Enrico e Paola, 
protagonisti di La lezione degli alberi.
Con l'augurio di poter contare sempre su un amico speciale.

Attilio
2014



martedì 10 dicembre 2013

Il magico Alvermann


Eccolo, è uscito.
Un'altra sorpresa per questo 2013 che mi ha fatto diventare 'improvvisamente' un illustratore.
Il magico Alvermann è l'ultimo libro per cui ho realizzato le illustrazioni.
La sfida è stata interessante, non solo per il tema trattato, quello della diversità, che poteva essere facilmente banalizzato ma anche per la ricerca stilistica che ho fatto. Mi sono lanciato, dopo un corso estivo alla Fabbrica delle favole di Macerata con Pablo Auladell, e ho sperimentato.

Un grazie particolare al CDH di Bologna per la fiducia.

Per altre informazioni clicca qui.




sabato 23 novembre 2013

Io disegno da solo - II livello


Ho imparato negli ultimi anni che una delle cose più belle che ti possono succedere è condividere con gli altri una passione. E l'ho imparato soprattutto con i bambini, in particolare quelli che incontro durante i laboratori creativi e i corsi di disegno. Con loro, appassionati, curiosi, incontenibili, precisi, inventivi, testardi, energici ho ritrovato tutto quello che mi piace del disegnare e che, in questi ultimi anni, mi ha portato a entrare nel mondo dell'illustrazione.
La scorsa settimana si è concluso il corso "Io disegno da solo - II livello" che ho realizzato presso l'associazione Le Querce di Mamre. Pubblico alcune foto dei lavori... con un grazie speciale alle mie allieve: Giulia, Asia, Giada, Alice e Marta.


Marta - sanguigna su carta


Alice - alberi grafite e sanguigna

martedì 12 novembre 2013

Il magico alvermann - qualche assaggio del mio nuovo lavoro

Gulliver 2013 - gessetto e carboncino


Il principe ranoccio - gessetto e carboncino

Il brutto anatroccolo - gessetto e carboncino

domenica 27 ottobre 2013

i bambini e la natura sono il futuro dell'umanità - intervista

 
Con una trama che mette in primo piano il rapporto tra i bambini e la natura, il libro italiano La lezione degli alberi, scritto da Roberto Parmeggiani e illustrato da Attilio Palumbo, sarà lanciato in ottobre dalla Casa editrice DSOP, tradotto in portoghese.
Il libro racconta la storia di Enrico, un ragazzo che si rivolge al suo maestro per capire le differenze tra le persone e riceve un buon insegnamento su diversità e natura.
In un’intervista esclusiva, Parmeggiani e Palumbo spiegano come l’idea del libro è nata e cosa si aspettano con il lancio del progetto in Brasile.

Attilio

- Come è stato il processo di creazione delle illustrazioni dei personaggi?
La prima cosa che faccio è leggere bene il testo, per far sì che le parole scelte dallo scrittore mi presentino i personaggi. Poi mi guardo intorno, osservo le persone che incontro, faccio qualche ricerca di immagini finché sono pronto per tradurre in disegno le ispirazioni che il testo mi aveva trasmesso. È come se si presentassero una serie di personaggi per fare un provino, desiderosi di entrare a far parte del cast, ansiosi di essere i protagonisti della storia.
Enrico, per esempio, mi ha subito conquistato arrivando con quella montagna di capelli, me lo sono subito immaginato con la faccia furbetta e con i capelli ricci, come fossero la chioma di un albero.
Per Paola c’è voluto più tempo. In verità tante Paola si sono susseguite nella mia immaginazione, tutte con grandi occhiali tondi ma nessuna con la faccia giusta. Finché, durante un viaggio in Inghilterra, ho conosciuto una ragazza perfetta. È bastato solo immaginarla più piccola ed ecco finalmente Paola! Come occhi solo due puntini, vivacissimi, dietro quei grandi occhiali con la montatura rossa.

-  Cosa ti ha ispirato nell’illustrare il libro?
Le atmosfere e i luoghi della mia infanzia, la tappezzeria con i suoi motivi modulari, le copertine di plastica arancione che rivestivano i libri di scuola, la trama della moquette di casa,  i colori che mi circondavano, caldi e terrosi e mai acidi e freddi, Mister Linea degli spot Lagostina che vedevo in tv ogni sera…
e poi il presente, i bambini con cui lavoro con i loro gesti affettuosi ma a volte anche cattivissimi, il loro modo di disegnare e colorare così gestuale e impulsivo ma di grande effetto perché più interessato alla sensazione da trasmettere che alla qualità e alla perfezione del risultato.

 Roberto

 - Come è nata l’idea di trattare il rapporto tra natura e bambini?
Mi occupo da tanti anni di educazione e, con il passare del tempo, mi sono convinto che uno dei temi centrali è quello del futuro. Come ci immaginiamo il nostro futuro? Cosa desideriamo costruire? Quali i nostri sogni e come pensiamo di realizzarli? Se penso alle risposte a queste domande, penso alla natura e ai bambini, singolarmente e in relazione tra loro perché i bambini e la natura sono oggettivamente il futuro dell’umanità. L’impegno che metteremo nell’educazione dei primi e nella cura della seconda e la capacità di valorizzare le differenze e preservare la biodiversità, saranno gli elementi che determineranno lo sviluppo dei prossimi decenni.

 - Il confronto tra bambini e alberi è il punto più alto del libro. Come è nata questa ispirazione?
Sono cresciuto in una zona di campagna e quando ero bambino mi piaceva arrampicarmi sugli alberi, sentirne il profumo, abbracciarli e, soprattutto, sono sempre stato affascinato (e lo sono ancora) dalla loro capacità di cambiare pur rimanendo sempre loro stessi. Inoltre gli alberi sono tutti diversi ma, allo stesso tempo, tutti figli della stessa terra. Proprio come i bambini.
Ecco, quando ho pensato di affrontare il tema della diversità è stato logico pensare di mettere in relazione bambini e alberi.

 - Quali sono stati gli spunti che hanno portato alla creazione dei personaggi Enrico, Paola e Dino?
Enrico e Paola mi sono venuti incontro tra le parole della storia. Non vorrei risultare troppo poetico ma è stato proprio così. Si sono presentati e io ho ascoltato la loro storia. Che poi è la storia di tanti bambini che ho conosciuto. Io l’ho solo presa in prestito e l’ho raccontata.
Dino, invece, è un personaggio reale. È stato il primo maestro del piccolo paese in cui sono nato e cresciuto e, per tutta la vita, è rimasto tale per bambini e adulti, punto di riferimento storico e culturale.

- Che effetto speri possa avere il libro sui bambini?
Quando scrivo una storia il mio desiderio è che i bambini che la leggeranno possano riconoscersi e trovare in quelle parole un pezzo della loro vita quotidiana. Mi piace pensare che, dopo aver letto una delle mie storie, i bambini pensino ”Proprio com’è successo a me!”.
La lezione degli alberi è stata scritta con questo obiettivo e la mia più grande speranza è che parli la lingua dei bambini, perché è per questo che è nata: entrare in contatto con il cuore dei bambini e aiutarli a conoscere qualcosa di nuovo su loro stessi e sugli altri.

- Quali sono le tue aspettative per il lancio del lavoro in Brasile?
Sono felicissimo che questo nuovo progetto veda la luce in un paese che amo tanto. Ho vissuto a San Paolo un anno e mezzo e, da allora, il Brasile è nel mio cuore. Spero che il pubblico brasiliano ascolti questa lezione non come una predica noiosa ma come si ascoltano le parole di una madre che ci vuole bene e che sa ciò di cui abbiamo bisogno.

- Come il tuo lavoro con i bambini e le persone con disabilità influenza le tue opere?
Il lavoro che faccio è la fonte di tutti gli ingredienti necessari per preparare una buona storia. Come un cercatore raccolgo esperienze, emozioni, parole, sguardi e tutto ciò che mi possa aiutare a scrivere storie sincere, che dicano la verità. Inoltre, stare in relazione con bambini o con persone con disabilità è un continuo esercizio di fantasia e creatività, ingredienti essenziali per uno scrittore.

Intervista originale pubblicata editoradsop

A lição das árvores - La lezione degli alberi

A breve uscirà il mio nuovo libro per bambini, per la casa editrice brasiliana DSOP.
Il testo è di Roberto Parmeggiani.




martedì 13 agosto 2013

un saltamartino a Macerata

Alla fine mi sono deciso e ho partecipato a un corso d'illustrazione a Macerata, presso La fabbrica delle favole.
Ha condurre il corso Pablo Auladell.
Sei giorni di inteso e duro lavoro . Tra momenti di crisi, scoperte, incontri piacevoli.
E' stata un'ottima occasione per riflettere sul lavoro dell'illustratore, mettermi in discussione e imparare qualcosa di nuovo.
Di seguito alcune immagini del lavoro svolto.


pastello a olio e matita

pastello a olio e matita

 
 
pastello a olio e carboncino



pastello a olio e matita

pastello a olio e matita

pastello a olio e matita
 
Gente balzana
 

"Una pulce, una cavalletta e un saltamartino vollero un giorno vedere chi fra loro sapeva saltare più in alto; così invitarono tutto il mondo, e chi altro lo voleva, ad assistere a quella gara; era davvero gente balzana quella che si riunì nella stanza. "Io darò in moglie la mia figliola a chi che salterà più in alto" dichiarò il re, "perché è un peccato che questa gente salti per niente!." La pulce si presentò per prima: aveva proprio buone maniere e salutava da tutte le parti, perché aveva sangue di signorina ed era abituata a frequentare gli uomini, il che è di grande aiuto. Poi giunse la cavalletta, che era in realtà più pesante ma era veramente bene educata e portava un'uniforme verde che le stava molto bene; inoltre si raccontava che provenisse da un'antichissima famiglia dell'Egitto e che in quel paese fosse ben considerata; era stata presa direttamente dal prato e posta in una casa a tre piani costruita con le carte da gioco, tutte con figure vestite con la parte colorata rivolta verso l'interno; c'erano sia porte che finestre ritagliate nel petto della dama di cuori. "Io canto così bene" disse la cavalletta, "che sedici grilli indigeni, che strillavano da quando erano nati ma non avevano mai avuto una casa di carte da gioco, quando mi sentirono si arrabbiarono talmente che diventarono ancora più magri di quanto già non fossero..." Sia la pulce che la cavalletta continuavano a raccontare chi erano e tutte e due credevano di meritare in sposa una principessa. Il saltamartino non disse niente, ma si seppe che lui pensava molto, e quando il cane di corte lo ebbe annusato un po', dichiarò che anche lui proveniva da una famiglia per bene; poi il vecchio consigliere, che aveva avuto tre decorazioni perché stava sempre zitto, assicurò che il saltamartino aveva doti profetiche; si poteva infatti capire dal suo dorso se l'inverno sarebbe stato mite o rigido, e questo di sicuro non lo si può capire dalla schiena di chi scrive l'almanacco. "Va bene, io non voglio dire niente! " esclamò il re. "Quello che penso me lo tengo per me". Ora toccava fare il salto. La pulce saltò così in alto che nessuno la poté vedere, ragion per cui tutti sostennero che non aveva saltato per niente, e questo era ignobile! La cavalletta saltò solo la metà di quanto avesse saltato la pulce, ma finì proprio in faccia al re e così quello disse che era una villana. Il saltamartino se ne stette a lungo fermo a riflettere, e si pensò che non sapesse neppure saltare. "Purché non stia male!" disse il cane di corte e lo annusò di nuovo; rutch! egli fece un piccolo salto di traverso e finì in grembo alla principessa, che si trovava su un basso sgabello d'oro. Al che il re dichiarò: "Il salto più alto è arrivare a mia figlia, questa è l'astuzia del gioco, ma era necessario dell'ingegno per capirlo, e il saltamartino ha dimostrato di averlo". E così egli ebbe la principessa. "Io però ho fatto il salto più alto!" esclamò la pulce, "ma non fa niente! Lasciate che la principessa abbia quella carcassa d'oca con la pece e lo stecchino! Io ho saltato più in alto, ma in questo mondo bisogna avere un certo volume per essere visti". E la pulce se ne andò nella legione straniera, dove si dice sia stata uccisa. La cavalletta si ritirò nel fosso a pensare a come va il mondo e commentò: "Volume ci vuole! Volume ci vuole!" e si mise a cantare la sua triste canzone, ed è da lì che abbiamo tratto la storia, che però potrebbe benissimo non essere vera, anche se è stata stampata."
 - Hans Christian Andersen -

domenica 7 luglio 2013

I due pacchetti misteriosi

Illustrazione partecipante alla selezione Fiabe dal Messico - 31a edizione de  Le immagini della fantasia Sarmede

Inchiostro calcografico e matita

I due pacchetti misteriosi
Fiaba popolare messicana (azteca mexica) raccontata da Luigi Dal Cin 

Tanto tempo fa il dio Serpente volle prendersi gioco dei due popoli che abitavano il Messico, i Mexicas e i Tlatelocas, e fece comparire due pacchetti misteriosi in un luogo chiamato Cohuatlicamac, che significa ‘Nelle fauci del serpente’.

Spinti dalla curiosità, i due popoli si accalcarono intorno ai doni e gli involucri furono aperti.

Il primo conteneva una pietra meravigliosa, verde come smeraldo, che emanava bagliori straordinari mai visti prima.

L’altro conteneva due semplici bastoncini di legno.

Scoppiò allora una violenta rissa perché tutti desideravano impadronirsi della pietra preziosa.

Finché il saggio capo Huitziton disse: “Calmatevi subito! Non è necessario vi azzuffiate, perché ho deciso che noi Mexicas prenderemo i due bastoncini di legno e lasceremo a voi, popolo dei Tlatelocas, la pietra preziosa!”.

I Tlatelocas se ne andarono per la loro strada tra grida di felicità.

I Mexicas invece rimasero lì, delusi dalla decisione del loro capo: “Perché hai scelto quei due miseri bastoncini di legno – gli chiesero brontolando – che non valgono nulla?”.

Senza dire una parola il saggio Huitziton prese i bastoncini e li fregò uno dentro l’altro, fece scoccare una scintilla e produsse il fuoco.

E fu proprio grazie a quella scelta saggia che i Mexicas sopravvissero a lungo, e i loro discendenti oggi popolano il Messico.

I Tlatelocas invece, felici per il possesso di una bella pietra ma senza mai conoscere le virtù del fuoco, si estinsero molto presto.

lunedì 1 luglio 2013

Il tempo più bello - Un giorno a Venezia

 
E' uscito il mio primo libro illustrato.

 






 
Il tempo più bello - Un giorno a Venezia
Roberto Parmeggiani - Attilio Palumbo
Massimiliano Piretti Editore
Italiano
Francese
Inglese
Spagnolo
Russo

mercoledì 24 aprile 2013

Irene la custode della parola

"Ti ricordi, Chionia, quando giocavamo a 1, 2, 3 stella?"
"Oh, certo, Agape! Tu ti muovevi sempre e dovevi indietreggiare... vinceva sempre Irene!"
"E' vero, vincevo sempre io! Anzi, mi lasciavate sempre vincere da brave sorelle maggiori!"


Acrilico e monotipia
Acrilico e acquerello

Pubblicato su MM giugno 2013

sabato 20 aprile 2013

Studi per un armadio

Quando venne arrestata lasciò i libri nascosti in un armadio della sua camera ma tutte le case furono controllate e i libri trovati.
Monotipia e acquerello


Monotipia



Monotipia e acquerello
Monotipia e acquerello


Monotipia e acquerello


venerdì 29 marzo 2013

martedì 19 marzo 2013

Filippo, il giullare di Dio

Illustrazione per il numero di MM 2013/4 sulla vita di San Filippo Neri.
 
Era il 1534. Me lo ricordo bene il giorno in cui sono arrivato: non conoscevo nessuno e camminavo per Campo dei Fiori e per i vicoli di Trastevere guardandomi intorno. Ma quanto era bella Roma! E quanti giovani c'erano!

Acrilico, inchiostro, acquerello



Diventato sacerdote cominciai a vivere in comunità con gli altri monaci e l'esperienza era talmente bella che il Papa Gregorio XIII ci regalò un'intera chiesa per poter portare avanti questa avventura. La struttura era così grande che solo dei ragazzi avrebbero potuto riempirla.



Acrilico, inchiostro, acquerello

 
State buoni se potete
Particolare
 
Acrilico, inchiostro, acquerello



Acrilico, inchiostro, acquerello
 



giovedì 14 febbraio 2013

Elisabetta, moglie, mamma e santa

Illustrazioni per il numero di MM 2012/3 sulla vita di Santa Elisabetta.

Una volta, prima di entrare in Chiesa, mi sono tolta la corona e l'ho appoggiata ai piedi della croce. Tutti mi hanno guardato male. Ma come avrei potuto tenerla sul capo se Gesù, l'unico vero Re aveva una corona di spine.
Acquerello e inchiostro


... offrivo pane e frutta a tutti coloro che ne avevano bisogno e mi fermavo a parlare e ad ascoltare i problemi dei sudditi.

Acquerello e inchiostro

 ... una sera capitò un religioso che raccontò la storia di un uomo chiamato Francesco, originario di Assisi. Io ne rimasi affascinata e decisi che volevo seguire il suo esempio.

Acquerello e inchiostro

Un ricamo perfetto

Acquerello e inchiostro



domenica 10 febbraio 2013

Un giardino per Ofelia


Lavoro realizzato in seguito alla visione dello spettacolo teatrale "Tiergartenstrasse 4 - Un giardino per Ofelia" dramma in due atti della compagnia Teatro dell'Argine - ITC Teatro di San Lazzaro (Bologna), pubblicate sul blog La quinta parete.


Ofelia - (rientra con i biscotti) Un po' di biscotti intanto che si scalda il tè.


Heil Hitler! Heil Hitler! Heil Hitler! Heil Hitler!
  

Gertrud Danischer.
Amburgo, 27 maggio 1905.
Innocente. Io non ho ucciso Ofelai von Pohlisch, io ho salvato Ofelia von Pilisch.

domenica 27 gennaio 2013

Sulla corda


Giovanni, maestro della gioventù - particolare
MiliziaMariana - 2/2013

giovedì 17 gennaio 2013

L'educazione sentimentale (I mostri di D.Risi)

La rivista Illustrati ha lanciato la selezione di marzo sul tema de I mostri.
Mentre lavoravo al sogno di Giovanni Bosco, una delle prove mi è sembrata adatta per raccontare l'episodio "L'educazione sentimentale" del film di Dino Risi I mostri.


Si vedono ma non si riconoscono, 
i mostri,
sfumati confondono la loro identità,
suggeriscono, 
ordinano,
dissimulano,
cambiano.
Disordine, disagio, distorto.
Io lo vedo,
e tu?



martedì 8 gennaio 2013

Studio per il sogno di Giovanni Bosco

In quel momento apparve un uomo venerando, in virile età, nobilmente vestito. Un manto bian­co gli copriva tutta la persona; ma la sua faccia era così luminosa, che io non potevo rimirarlo.

mercoledì 2 gennaio 2013

Studio per "Il soldato, la betulla e i tre falchi"

Questo è il risultato dello studio sulla fiaba russa "Il soldato, la betulla e i tre falchi" che ho realizzato durante il corso di illustrazione a cui ho partecipato a Sarmede, condotto da Javier Zabala, a inizio novembre 2012.

C’era una volta un soldato che stava tornando a casa dopo tanto tempo, e per la strada incontrò un diavolo.







“Fermo, soldato! – gli ordinò – Dove vai?”.
“A casa” rispose il soldato.

“E cosa ci vai a fare? Non hai né moglie, né figli. Vieni a lavorare con me, piuttosto! Vedrai, ti ricompenserò con generosità”.
“E in cosa consiste il lavoro?”.
“È una cosa facile facile: devo andare al di là del mare blu per le nozze di mia figlia, ma qui ho tre falchi. Guardameli fino al mio ritorno, e ti ricompenserò”.

 



Il soldato pensò: ‘Senza soldi la vita è dura. E seppure da un diavolo, almeno qualche cosa ci guadagnerò’ e così acconsentì.
Il diavolo lo condusse nel suo meraviglioso palazzo incastonato di pietre preziose, poi partì in fretta per andare al di là del mare blu.



Il soldato, curioso, non faceva che andare avanti e indietro per tutte quelle stanze piene di ori e velluti, ma alla fine si annoiò e scese in giardino. E lì, mentre passeggiava, una betulla gli parlò: “Soldato, ti prego, vai al villaggio e chiedi al parroco di consegnarti quello che ha sognato stanotte”.




Il soldato andò, il parroco prese un libro e glielo consegnò.
“Grazie soldato – gli disse poi la betulla del giardino – Ora leggi!”.
Iniziò così a leggere il libro.
Lesse per una notte e, dalla betulla, uscì una meravigliosa fanciulla, fino al petto.
Lesse una seconda notte e, dalla betulla, uscì una meravigliosa fanciulla, fino alla cintura.
Lesse una terza notte e, dalla betulla, uscì una meravigliosa fanciulla, completamente.
La ragazza lo baciò, e gli disse: “Sono la figlia di uno zar, mi ha rapita il diavolo e mi ha trasformata in betulla. I tre falchi sono i miei fratelli: volevano liberarmi, ma sono caduti in trappola anche loro!”.
Non appena la principessa ebbe pronunciato queste parole, arrivarono in volo i tre falchi, si gettarono sulla terra umida e ritornarono subito tre bei giovani.
Allora si prepararono e ritornarono nel loro regno accompagnati dal soldato. Lo zar e la zarina non stavano più in sé dalla felicità, ricompensarono il soldato e acconsentirono alla sua richiesta di nozze con loro figlia.
Così il soldato e la principessa si sposarono, e da allora vissero per sempre felici e contenti.
(Nel bosco della Baba Jaga - Luigi dal Cin - Franco Cosino Panini Editore)

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